Testimoni

Dom KARL BRAUNSTORFER (1895-1978)

L’abate Karl Braunstorfer nacque il 3 maggio 1895 a Katzelsdorf vicino Wiener Neustadt, figlio di contadini e battezzato con il nome Heinrich. Alla fine del Liceo entrò, il 22 agosto 1914, nel monastero cistercense di Heligenkreuz dove l’8 settembre 1918 emise la professione solenne.

Il 23 dicembre 1933 fu nominato priore e parroco della parrocchia di Heiligenkreuz. Dopo la morte dell’abate Gregor Pöck, il 9 agosto 1945, fu eletto abate. Nello stesso anno divenne Abate Presidente della Congregazione Cistercense austriaca.

In età avanzata partecipò da Abate presidente al Concilio Vaticano

A 75 anni lasciò l’incarico di Abate inserendosi umilmente nel gruppo dei confratelli. Nonostante la salute sempre meno forte, partecipava regolarmente alla preghiera corale.

Il 20 settembre 1978 Karl morì tra i confratelli, accompagnato dalle loro preghiere. Dopo un anno di malattia sopportata con umiltà, accolse la morte dalla mano di Dio in piena coscienza. Pochi giorni prima di morire scrisse all’abate generale Sighard Kleiner “ …che io resti completamente in armonia con la volontà di Dio…”

Dom VENDEL ENDREDY (1895-1981)

Nato nel 1895, era il quartogenito di una famiglia di agricoltori composta da dieci figli. Entrò a ventidue anni nell'abbazia cistercense di Zirc, dopo gli studi di teologia all'università di Budapest. Divenuto sacerdote nel 1919, insegnò fisica e matematica per diciannove anni nel liceo cistercense e nel 1939 fu eletto abate del suo monastero.

Fu nel 1950 che i monaci furono espulsi dal monastero di Zirc. Dopo soli quattro giorni dall'espulsione, Vendel fu arrestato, il 29 ottobre 1950.

Don Vendel, ricordando le pene sofferte, affermava: "Non cambierei con nessun tesoro al mondo i miei anni di prigionia: essi hanno arricchito la mia vita di un valore al di là di ogni mia immaginazione. Non nutro rancore per nessuno dei miei torturatori".

La sua sentenza non fu mai messa per iscritto ed egli non ottenne mai una riabilitazione. Nel 1980 fu colpito da trombosi che gli paralizzò le gambe e gli rese difficile la parola. Affetto anche da altre infermità, diceva: "Prima della mia morte vorrei ancora soffrire". Si spense il 29 dicembre 1981 e il suo corpo fu esposto nel monastero benedettino di Pannonhalma, da dove fu portato nella chiesa abbaziale di Zirc. Ora riposa sotto l'altare di S. Bernardo.

MONACI DI CASAMARI:

Fra Stefano Casareggio († 1719), Fra Palemone Naselli (1710 – 1742), Fra Vito Giannelli (1722 – 1745), Fra Zosimo Rosnati (1718 – 1748), Fra Benedetto Ponzio (1725 – 1749), Fra Arsenio Peretti (1700 – 1752), Fra Stefano Del Toro (1724 – 1753)

 


Madre MILAGROS GONZÁLEZ ES

  San Juan de Piñera (Asturias), 1906 - Talavera de la Reina (Toledo), 1954. Badessa del monastero cistercense (OCist.) di San Benito de Talavera, martire della fede, morì in odore di santità.

Nata a San Juan de Piñera (Asturie), i suoi genitori, desiderosi di formarla alle virtù cristiane, la portarono alla scuola delle Figlie di Dolores a Trujillo (Cáceres).

All'età di vent'anni, terminati gli studi e valutata la strada da seguire nella vita, disse di aver sentito una forte chiamata da parte di Dio e decise di entrare nel monastero cistercense di San Benito de Talavera.

Lì prese sul serio la sua consacrazione a Dio. La cronaca racconta che fin dai primi giorni della sua consacrazione fu oppressa da malattie che non l'avrebbero abbandonata fino alla morte, che seppe sempre accettare con grande fortezza.

Nel 1936, allo scoppio della guerra civile, si dedicò a vivere con grande intensità l'ideale monastico di preghiera e sacrificio. Le monache di San Benito furono espulse dal loro monastero e disperse, perseguitate, soprattutto suor Milagros, che fu arrestata e portata nella casa del villaggio, dove fu maltrattata.

Non si conoscono i dettagli esatti di ciò che è successo lì. È stata accoltellata e lasciata morire dissanguata. Rimasta sola, è riuscita a estrarre il pugnale o il machete come meglio ha potuto. Alcune persone la raccolsero e riuscirono a curare la ferita e un polso rotto quando cercarono di strapparle un crocifisso che teneva in mano. Quando le truppe del generale Franco presero Talavera, suor Milagros volle tornare al più presto per continuare la sua vita consacrata e, non potendo farlo nel suo monastero di San Benito de Talavera, perché era stato raso al suolo, si recò prima nel monastero di San Isidro de Dueñas, di monaci cistercensi, dove fu accolta come una vera sorella martire di Cristo. Lì le furono dati abiti religiosi e breviari per poter pregare l'ufficio divino. Poi, affinché potesse sviluppare la sua vita in tutta la perfezione, fu portata a San Bernardo de BurgoS, un monastero di monache cistercensi.

In seguito si trasferì ad Avila, dove aveva una sorella religiosa. Quando nel 1940 fu aperto il monastero di Talavera, tornò a casa per continuare la sua vita di culto. Ben presto fu nominata maestra delle novizie e nel 1947 divenne abate fino alla morte, avvenuta nel 1954.

Il suo lavoro, sia come insegnante che come badessa, fu molto fruttuoso. La traccia che ha lasciato dietro di sé è quella di una vera santa.





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