Beato Vincenzo Kadlubek
Beato Vincenzo Kadlubek Vescovo, monaco cistercense
Nato da nobile famiglia in Polonia verso il 1160, dopo aver studiato in Francia e Italia e ricevuto l'ordinazione presbiterale, divenne canonico e rettore della scuola della cattedrale di Cracovia, per poi essere eletto vescovo di Cracovia nel 1207 con l'approvazione di papa Innocenzo III. In un contesto di degrado morale, Vincenzo si dedicò alla riforma del clero e del popolo, effettuando visite pastorali, tenendo sermoni e donando ai monasteri. Nel 1214 risolse il contenzioso sulla Galizia e organizzò il matrimonio tra la Beata Salomea e il principe ungherese Kálmán. Nel 1218 si dimise da vescovo e si ritirò nel monastero di Jedrzejow, diventando il primo polacco a ricevere l'abito cistercense. Morì monaco nel 1223 e fu beatificato nel 1764. È noto anche come primo cronista polacco per la sua opera "Chronica seu originale regum et principum Poloniae".
Wincenty Kadlubek nacque da nobile famiglia verso l’anno 1160 presso
Karnow, nel ducato di Sandomir, in terra polacca. Studiò in Francia ed
in Italia, ricevette l’ordinazione presbiterale, finchè già dal 1189
potette firmarsi quale “Magister Vincentius”, essendo a quanto pare
divenuto canonico e rettore della scuola della cattedrale di Cracovia.
Un documento del 1212 sopporta la sua firma quale “praepositus di
Sandomirensis del quondam”, cioè prevosto della cattedrale di Sandomir.
Alla morte del vescovo Fulk di Cracovia, l’11 settembre 1207, il
capitolo votò in favore dell’elezione di Vincenzo. Papa Innocenzo III
approvò tale atto il 28 marzo seguente ed il nuovo vescovo venne
consacrato dal metropolita Henry Kielicz, arcivescovo di Gnesen.
La Polonia si trovava a quel tempo in un periodo di degrado morale, sia
in campo politico che ecclesiale, ed Innocenzo III chiese al
metropolita, suo compagno di studi, di intraprendere una profonda
riforma del clero e del popolo. Vincenzo si propose allora di procedere
in armonia con la linea indicata dal metropolita e con le sue visite
pastorali ed i suoi sermoni tentò di trasmettere lo spirito di
rinnovamento auspicato dal pontefice.
Seguì inoltre con attenzione la vita dei religiosi presenti nella sua
diocesi ed effettuò notevoli donazioni in favore dei monasteri di
Sulejow, Koprzywnica e Jedrzejow. Ordinò sacerdote il domenicano polacco
Beato Ceslao di Cracovia, che proprio nel suo ambiente aveva maturato
una cultura intellettuale e spirituale.
Nel 1214, proprio grazie al provvidenziale intervento del vescovo
Vincenzo, poté risolversi un annoso contenzioso circa il possesso della
Galizia, tanto agognata dai sovrani Andrea II d’Ungheria e Leszek il
Buono, principe di Cracovia. Quest’ultimo affidò al vescovo sua figlia,
la Beata Salomea, che allora aveva solamente tre anni, affinché la
conducesse alla corte del re ungherese, avendo infatti organizzato il
futuro matrimonio con il principe ereditario Kálmán (nome solitamente
italianizzato come Colomanno), di tre anni più grande.
Quattro anni dopo Vincenzo rassegnò le sue dimissioni dalla cattedra
episcopale e, dopo l’accettazione da parte del pontefice Onorio III, si
ritirò nel monastero di Jedrzejow, primo polacco a ricevere l’abito
cistercense. Dopo il periodo prescritto emise la sua professione e morì
cos’ monaco l’8 marzo 1223 a Jedrzejow. Ricevette sepoltura sotto
l’altar maggiore della chiesa abbaziale.
Nel 1682 Giovanni Sobieski promosse una petizione per ottenere la sua
beatificazione ed una richiesta simile fu inoltrata nel 1699 dal
capitolo generale dell’ordine di Cîteaux, finchè il 18 febbraio 1764, su
pressione di Wojciech Ziemicki, abate di Jedrzejow, il pontefice
Clemente XIII concesse la conferma di culto quale “beato” per Wincenty
Kadlubek, che popolarmente è comunque conosciuto come San Vincenzo da
Cracovia.
Sono infine meritevoli di nota le opere che il Beato Wincenty Kadlubek
compose in qualità di primo cronista polacco: “Chronica seu originale
regum et principum Poloniae” in quattro volumi. I primi tre sono sotto
forma di dialogo fra l’arcivescovo Giovanni di Gnesen (1148-65) ed il
vescovo Matteo di Cracovia (1145-65). Il primo è leggendario, il secondo
è basato su una cronaca di un certo Gallo, mentre il terzo ed il quarto
riassumono l’esperienza dello stesso autore. Il periodo in cui l’opera
vide la luce non trova concordi gli esperti: forse fu commissionata dal
re Casimiro, oppure da Leszek quando Vincenzo era già vescovo, mentre
secondo altri ancora egli si dedicò ad essa ormai recluso in monastero.
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